Baked like a cake

|| Clemas

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    I corvonero avevano battuto i serpeverde a nella partita di quidditch e l'euforia era scoppiata tra tutte le casate, esclusa quella perdente, ovviamente. I prefetti si erano organizzati e avevano indetto una festa, non era un comportamento molto carino ma vista l'antipatia che quasi tutti provavano per la casata verdargento nessuno aveva disdegnato l'invito. Tutti i ragazzi dal quinto anno in su erano stati raggruppati nella stanza delle necessità, luogo perfetto per fare un party illegale e grazie alla complicità di tutti i prefetti se la sarebbero cavata anche facendo tardi. Clementine era stata trascinata lì da Iris, la sua compagna di stanza stramba, che non aspettava altro che potersi divertire a quella sorta di eventi mondani. Lei avrebbe semplicemente desiderato restarsene in camera sua, a mangiare cioccorane magari, e poltrire nel suo letto piangendosi addosso. Quel pomeriggio non era nemmeno andata a vedere la partita, ma sapeva che era anche grazie a Thomas che i corvonero avevano dominato quel match. Non avrebbe retto la sua vista, lo sapeva, quindi aveva preferito stare in biblioteca fino alla fine. Quando era tornata in stanza invece aveva trovato le sue compagne in fibrillazione, che parlavano ad alta voce della festa che si sarebbe tenuta di lì a poco. Dopo aver cercato in tutti i modi di evitare quella tortura, Iris le aveva tolto la divisa e infilato un vestito nero che la faceva apparire ancora più pallida e poi l'aveva trascinata fuori fino al luogo della festa.
    Fino a lì si ricordava alla perfezione ogni cosa, il dopo invece era confuso; a Clementine non erano mai piaciute le feste, ma forse guidata anche dalla voglia nascosta di svagarsi un pochino, si era lasciata andare assieme ai suoi concasati. Aveva scorto Thomas solo un paio di volte tra la folla e si stava divertendo, quindi perché lei doveva fare la depressa di turno e non godersi quel momento? Aveva quindi abusato forse un po' troppo di quel whiskey incendiario che le stava venendo offerto da quelli del settimo anno. Per non parlare dell'amichetto strambo di Thomas, che se l'era trascinata in un angolo assieme ad un altro gruppo per farle fumare qualcosa dal sapore delizioso, ma che l'aveva fatta tossire per almeno cinque minuti buoni.
    Ora sentiva semplicemente la testa tra le nuvole e vagava tra la gente ridendo e facendo ciondolare la testa di qua e di là, durante il suo percorso aveva incontrato qualche sua compagna e l'aveva abbracciata come non avrebbe mai fatto normalmente. Si stava sorprendendo della facilità con cui si stava divertendo in quel momento, lei che non aveva mai bevuto un goccetto di alcol in vita sua - se non durante le feste con i suoi genitori - o fumato qualcosa. Sapeva anche che il giorno dopo si sarebbe pentita, ma alla fine era una ragazza come tutte le altre di sedici anni, vicina ai diciassette, quindi cosa c'era di sbagliato nel farsi le proprie esperienze.
    Improvvisamente un braccio le cinse la vita e si ritrovò appiccicata al corpo di un ragazzo che non conosceva; lo osservò dal basso con gli occhi chiusi a due fessure "E tu chi sei?" domandò sbattendo le palpebre. Quel tipo lo aveva già visto, alla fine la scuola era piccola, ma non si ricordava proprio il suo nome"Non ti conosco quindi io me ne vado" biascicò cercando di scollarselo di dosso, mentre anche lui un po' alticcio la trascinava di nuovo verso un gruppo di persone e le offriva qualcos'altro da bere "Ok, resto ancora un po'" disse scuotendo la testa e allungando una mano verso il bicchiere che le veniva offerto.


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    Aver soffiato la cattura del boccino d'oro a Draco Malfoy per un solo millesimo di secondo era una delle doti personali che Thomas avrebbe senza alcun dubbio inserito nel proprio curriculum vitae.
    Il ricordo dell'accumulo di adrenalina durante l'inseguimento di quella pallina dalle ali invisibili e della sensazione meravigliosa scaturita dalla sua cattura gli avrebbe allietavo la mente per mesi, ne era certo. Era una grandissima soddisfazione essere stato l'artefice di quella vittoria -schiacciante- sui serpeverde, quella partita sarebbe rimasta sulle bocche di tutti fino alla fine dell'anno e allo stesso modo anche il nome del cercatore che aveva guidato la propria casata alla vittoria.
    Da quando aveva stretto fra le dita il boccino, tutto ciò che Thomas aveva udito erano urla di gioia e festa, che dallo spogliatoio lo aveva accompagnato fino al proprio dormitorio, lasciandolo in pace solo il tempo di una doccia, per poi riprendere nell'istante in cui era riapparso nella Sala Comune dei corvi, pronto per quei più che meritati festeggiamenti che avrebbero coinvolto ogni singolo studente non avesse un serpente ricamato sulla divisa e non fosse troppo piccolo per una festa di quel tipo. Fatta una piccola eccezione, ovvio. Si ritrovò infatti a brindare ancor prima di aver abbandonato la stanza circolare dagli stendardi blu intenso, l'intera casata era concorde che almeno al primo giro dovessero partecipare anche i più piccoli, dopotutto quell'evento toccava anche loro nel profondo, sarebbe stato un vanto di cui avrebbero usufruito tutti i corvi a partire dalla mattina seguente.
    'Ai giocatori migliori del castello!
    'A Cosetta!'
    'E a noi tutti Corvonero'
    'Alla sconfitta delle Serpiacide'
    'Al brocio triste di Malfoy!'

    Thomas non riuscì a non ridere di gusto prima di bere tutto d'un sorso anche l'ottavo o il nono shottino di whisky, aveva perso il conto con facilità. Un brindisi tirava l'altro, i suoi compagni di squadra ne erano la dimostrazione pratica, ma per quella sera tutto gli era concesso: erano i vincitori ed in quanto tali avevano il diritto di festeggiare. Dopo qualche altro brindisi, uno dei quali dedicato proprio al cercatore, i più grandi della casata mandarono a letto quelli dei primi anni ed iniziarono ad uscire in piccoli gruppi da dietro la statua di marmo della loro torre.
    Il moro strizzò gli occhi quando toccò a lui ritrovarsi nel corridoio alla penombra proprio fuori dalla sala comune. Era praticamente digiuno, fatta eccezione per un panino che aveva avuto l'accortezza di mangiare ancor prima di vestirsi, certo che appena avesse avuto qualcosa in più dei semplici boxer indosso avrebbero iniziato ad offrirgli da bere. Fece seriamente poca attenzione sia per le scale che fra i corridoi in generale, si affidò al buon senso inesistente di Bjorn,lasciandosi guidare ciecamente dall'amico. Non incontrando nessuno per i corridoi se non altri studenti pronti a festeggiare, arrivarono abbastanza velocemente dinanzi alla parete vuota al settimo piano, un semplice muro di mattoni apparentemente normale, ma stregato in ogni millimetro quadrato, tanto che a Thomas bastò pensare alla propria voglia di festeggiare per veder apparire dinanzi a sé l'entrata di quella che prometteva di essere una splendida festa.
    Era abituato a quegli eventi, gli piaceva partecipare a quelle feste che raramente erano organizzate in maniera così grande, era sempre stato un tipo festoso per cui non appena varcò la soglia della stanza delle necessità sentì una familiare voglia di divertirsi scorrergli nelle vene. Se si fosse fermato a riflettere un momento, Thomas non si sarebbe potuto definire in altro modo se non felice. In effetti ultimamente gli sembrava che le cose stessero iniziando a girare nel verso giusto, anche con Clementine. O forse su quel punto era più l'essere ottimista del ragazzo che influiva. Fatto sta che lui vedeva come un passo avanti anche la semplice presa coscienza dei sentimenti che entrambi nutrivano.
    Prendendo un bicchiere di burrobirra e ringraziando con un cenno del capo ed un sorriso due ragazzi che gli stavano facendo i propri complimenti, diede velocemente uno sguardo in giro alla ricerca di quella testa boccolosa a cui raramente smetteva di pensare. Se Clementine era lì, lui l'avrebbe trovata e le avrebbe offerto da bere, non importava quanta gente ci fosse o quanto fosse enorme quella stanza quella sera, lui voleva migliorare ancor di più la propria giornata perfetta.
    Quando intravide un paio di ragazze che era certo fossero delle Grifondoro, provò ad avvicinarvisi per chiedere se avessero notizie di colei che stava cercando, ma fu interrotto bruscamente nei suoi pensieri e nei suoi movimenti da una ragazza che prese a tirargli un braccio implorandolo di brindare con lei. Thomas provo a rifiutare, ma la musica eccessivamente alta non fu un buon tramite, quindi si ritrovò nuovamente con un bicchierino in mano dal contenuto verde tanto intenso da richiamare gli sconfitti della giornata.
    Senza che se ne rendesse davvero conto oltre alla biondina che lo aveva inizialmente implorato, fra lui ed il bancone si venne a creare una reale folla di persone che volevano complimentarsi col campione della giornata, bere qualcosa con lui o offrirgli qualche condimento extra per il proprio divertimento. Sinceramente Thomas non avrebbe mai pensato che afferrare una pepita alata lo avrebbe reso così richiesto.
    Al secondo sorso di una nuova burrobirra impossibile da numerare, il moro venne tirato da una mano non ben identificata su quel palco che doveva essere stato una richiesta specifica di uno dei ragazzi alla stanza, altrimenti era impensabile che potesse essere così ben strutturato e fornito di ogni tipo di strumento musicale. Quando la sua attenzione fu catturata da un microfono lasciato solo su una delle casse, si affrettò ad impossessarsene per poter cantar, o meglio urlare. Complice tutto l'alcool che aveva in corpo, Thomas si stava seriamente divertendo in maniera spensierata e senza freni. Qualsiasi cosa gli venisse in mente lui la faceva senza attendere un solo istante o pensarci una seconda volta, era ormai convinto che tutto gli fosse dovuto visto che -come in tanti gli avevano ripetuto- quella serata era completamente dedicata a lui.
    Ridendo e lasciandosi coinvolgere in balletti alquanto stupidi da ragazzi e ragazze altrettanto ubriachi, Thomas venne distratto e riportato alla realtà in un solo istante quando la intravide.
    Fasciata in del tessuto nero tanto stretto ed elastico da mozzare il fiato, Clementine era poco distante da lui, più bella che mai. E non perchè aveva un vestiario più sexy del solito, la sua Clem era bella perchè raggiante, con una risata così sincera da contagiare anche lui e farlo sorridere. Vederla gli regalava una sensazione di benessere così vera per cui avrebbe facilmente rinunciato a tutto l'alcool presente in quella stanza.
    Il pensiero di avvicinarsi a lei fu preceduto dall'urgenza di farlo immediatamente quando scorse qualcun altro fin troppo vicino a ciò che nella sua testa era proprietà privata. Con la stessa velocità con cui quell'idiota le aveva circondato la vita con un braccio per attrarla a se, Thomas lanciò di lato il microfono che fino a qualche istante prima avrebbe definito il proprio oggetto più prezioso per poi saltare giù dal palco aiutandosi con una mano poggiata sul pavimento.
    -Sparisci coglione.-
    Sputò fermamente nell'istante in cui fu abbastanza vicino da essere udito. Il brio che lo aveva invaso fino a poco prima era completamente sparito per far posto alla voglia di rompere falange dopo falange quella mano poggiata sul fianco di Clementine senza alcuna minima autorizzazione.
    -Togli le mani di dosso alla mia ragazza.-
    Parlare senza riflettere non era uno dei difetti del moro, non quando era sobrio e col pieno controllo delle proprie facoltà mentali. Ma in una situazione come quella, con l'alcool che distaccava le proprie sensazioni dalla realtà e alterato dalla possibilità che qualcun altro potesse anche solo pensare di toccare Clementine, gli era concessa qualche parola in più. Forse.


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    Clementine rideva di gusto mentre le persone parlavano, non sentiva davvero le loro voci, la musica era troppo forte, però le loro espressioni le trovava veramente buffe. Forse era colpa di quella canna magica, dell'alcol che scorreva nelle sue vene velocemente e le annebbiava i sensi; era tutto un kaleidoscopio di suoni, odori, voci e colori che si alternavano e non le permettevano di focalizzarsi su niente.
    Il ragazzo che l'aveva trascinata da quel gruppo di persone le aveva già offerto due o tre bicchieri, che non aveva rifiutato ovviamente; era così bello non pensare a niente, sentirsi così leggera e non soffrire di quel malessere che la perseguitava ormai da giorni. Quel malessere aveva anche un nome, una faccia e una voce e proprio in quel momento se ne stava in piedi a cantare una canzone, nemmeno tanto male mentre veniva acclamato da tutti. E Clementine si ritrovò a sorridere senza nemmeno volerlo, come se tutto quello che fosse successo tra di loro fosse un mero ricordo del passato, chiuso al di fuori di quella giornata che sembrava tanto bella quanto impossibile. Quindi lo osservava mentre tutti attorno a lui sembravano divertiti dalla sua performance, fino a quando la sua attenzione venne virata dal ragazzo di fianco a lei che le aveva stretto una mano attorno al fianco e se l'era spalmata completamente addosso.
    Si ritrovò ad essere improvvisamente infastidita da quel gesto, lei voleva guardare il suo Thomas che stava facendo l'idiota, come si permetteva quel bell'imbusto a pararlese di fronte e ad ostruirgli la visuale? "Scusa potresti gentilmente lasciarmi" borbottò puntandogli le mani contro il petto, mentre l'altro sembrava divertito da quella situazione.
    "Dai ci stiamo divertendo" sentì il suo alito che sapeva di alcol infrangersi contro il suo viso, troppo vicino, e stava quasi per dargli un ceffone quando sentì la voce rassicurante di Thomas arrivarle alle orecchie. Si voltò di scatto quando ordinò al tizio di toglierle le mani di dosso e lo fece subito, alzando i palmi verso l'alto come un malvivente di fronte alla polizia.
    "Scusa, non ti incazzare così tanto non sapevo che fosse la tua ragazza" gli rispose mentre Clementine si era già mosse barcollante verso il suo migliore amico e lo aveva abbracciato, facendo la linguaccia al tipo che ora se ne stava andando verso il gruppetto che aveva lasciato poco prima.
    "Tommyyyyy" disse al suo orecchio lasciandogli un bacio sulla guancia "grazie, quel tipo puzzava e non mi lasciava in pace" borbottò strusciando poi la guancia contro il petto del ragazzo e godendosi il suo profumo familiare che la tranquillizzava ogni volta. Alzò il viso verso di lui e sbatté un paio di volte le palpebre "Sembri Gesù con questa luce che arriva dall'altro" biascicò facendo ciondolare la testa di qua e di là "Sei anche bello oggi lo sai?" gli domandò senza nemmeno pensarci ridendo subito dopo. Lo prese per mano, intrecciando le dita con le sue e cominciò a trascinarlo tra la folla "Qui c'è troppa gente e tu sei troppo acclamato oggi" borbottò ad alta voce "quindi ti porto via di qui" aggiunse saltellando fino all'uscita della stanza delle necessità. Sapeva che in quel momento la parte razionale di lei non esisteva proprio, quindi doveva sembrare una pazza, ma non aveva veramente tempo di farsi domande, visto che era troppo andata anche solo per fare un pensiero di senso compiuto.


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    Clementine era sua, questa era una certezza, e finalmente era doveva sarebbe sempre dovuta stare, fra le sue braccia.
    Quasi a ribadire un attimo in più il concetto, Thomas sfiorò la schiena della ragazza, circondandole la vita con un braccio, tenendola vicino a sé con una presa salda che manifestava in pieno la possessione/protezione che provava in quel momento; controllò poi con la coda dell'occhio l'idiota che aveva fatto allontanare prima e che ora, appoggiato al bancone poco distante, gli dava l'impressione di un famelico che stesse studiando la situazione per rintracciare la prossima preda, visto che la precedente gli era stata portata via.
    -Coglione.- ripetè ancora una volta mentre spostava lo sguardo da quella creatura insulsa a quella dolce ed innocente che ora si era appoggiata al proprio petto e vi strofinava una guancia come un cucciolo in cerca di coccole. - ti vogliono in troppi topolina, questa cosa non mi piace!-
    Non mi piace per niente.
    Nel ritrovarsi quello sguardo tanto vicino che lo osservava, il ragazzo non potè non incantarsi in quella landa intrigante e dall'azzurro variegato contenuta nei suoi occhi. La mano sinistra, ancora libera, si ritrovò a giocherellare con una ciocca dei capelli mori della ragazza che le sfiorava la guancia qualche istante prima e che ora veniva intrecciata e poi lasciata libera dalle dita di Thomas di continuo.
    Era così bella da mozzare il fiato, se ne erano accorti in tanti quella sera, ma era un pensiero che Thomas aveva formulato per primo e che quindi, nella sua mente, gli dava una sorta di diritto nei confronti di quella ragazza a cui nessuno si sarebbe dovuto avvicinare, non lo avrebbe permesso.
    Accennando ad un impercettibile sorriso con l'angolo della bocca, la strinse a sé un altro po', senza perdere di vista i suoi occhi per un solo istante. Non era così vicino a lei da settimane, quando l'aveva accompagnata in infermeria non valeva, non era lo stesso tipo di contatto. Non aveva sentito lo stesso brivido lungo la schiena come in quel momento. In realtà non lo aveva sentito nemmeno quando l'aveva baciata la prima volta, nonostante ora avesse lo stesso desiderio.
    Desiderio, ecco la parola chiave.
    Si chinò leggermente verso di lei, era come se sulle labbra non avesse più il sapore del whisky, ma quello delle labbra di Clementine e voleva riassaggiarlo.
    'Sembri Gesù con questa luce che arriva dall'altro '
    Thomas si fermò di colpo e per un istante fisso incredulo la ragazza a pochi centimetri da sé sbattendo le palpebre. Gli bastò un istante per comprendere che Clementine aveva davvero proferito quelle parole e quindi scoppiare a ridere di gusto per il paragone non proprio azzeccato a cui aveva pensato la ragazza. Non poteva seriamente aver fatto un paragone così ecclesiastico mentre lui la stava divorando con gli occhi.
    - Oh..non l'hai detto sul serio. Non puoi averlo detto sul serio.- borbottò continuando a ridacchiare e allentando appena la presa sulla ragazza. -Sei ubriaca, Squit?-
    Non che ci fosse bisogno che rispondesse, nessuno in quella stanza era sobrio e chi manteneva ancora un po' di lucidità l'avrebbe persa nella mezz'ora successiva. Era questo quello che succedeva a dei ragazzi a cui non è mai concesso di festeggiare con l'alcool, quando possono farlo ne abbusano fino a star male. Thomas stesso aveva perso il conto di quante volte non era più riuscito a reggersi in piedi ad una festa, anche se fortunatamente ogni volta aveva potuto fdar affidamento su dei buoni amici come BJ che lo avevano aiutato.
    -Acclamato? E' vero...ma almeno non mi lascio rimorchiare come stava facendo qualcun'altro!-
    Possibilmente se a quelle parole avesse accompagnato un tono più serio, un sorriso meno grande ed un'occhiataccia, Thomas sarebbe stato più credibile.
    -Che? Clem..aspetta..Vuoi andare via?- chiese scioccamente mentre la ragazza iniziava già a farsi strada fra la folla e provava a tirarlo dietro di sé. Allungando appena la mano verso un tavolino vicino, Thomas prese un bicchiere mediamente grande ancora pieno non sapeva di cosa, visto che le luci da discoteca alteravano i colori di ogni cosa, e poi seguì la ragazza verso l'uscita dalla stanza delle necessità.
    -Piano piccola, se ci becca un Serpeverde o un professore siamo nei guai.-


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    Edited by Sharaka - 1/4/2015, 21:00
     
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    "Sì, sono un po' ubriaca" gli aveva detto mentre continuava ad osservarlo sotto quella luce splendente che partiva dall'alto, forse si stava sognando anche quella. Clementine non vedeva proprio l'ora di uscire da quella stanza affollata, visto che ormai aveva trovato l'unica persona con cui aveva inconsciamente desiderato essere per tutta la sera. Quindi, con le dita strette con quelle del ragazzo, se lo tirava dietro evitando tutte le persone che cercavano di bloccarle il passaggio. Imitò Thomas e a sua volta afferrò un bicchiere, da cui prese due sorsi; non sapeva quanto fosse giusto bere ancora, ma aveva davvero tanta sete.
    "Non mi stavo facendo rimorchiare gattino" gli disse voltandosi verso di lui e trovando il suo sguardo serio ad attenderla, assieme ad una espressione meno giocosa di prima "Su, non fare il muso, adesso sono tutta tua e tu sei tutto mio" una frase del genere non sarebbe mai uscita dalle sue labbra se fosse stata sobria. Si sarebbe vergognata al solo pensarla, figurarsi se avrebbe mai trovato il coraggio di pronunciare tali parole; ora invece era così facile, in vino veritas giusto? Molto probabilmente il giorno seguente non si sarebbe ricordata nulla di ciò che aveva fatto quella sera, ma non era importante fino a quando era in grado di stare con Thomas così liberamente. Non era importante perché finalmente stava cedendo al bisogno incondizionato che aveva avuto fino a quel momento di averlo vicino, ora che la parte dolorante del suo cuore taceva ed era in grado parlarci e scherzarci non poteva che esserne felice.
    "E io che pensavo fossi un tipo a cui piace il rischio, Tommy non fare il fifone" disse ridendo e uscendo finalmente dalla stanza delle necessità; un silenzio assoluto si estendeva oltre quel muro e si sentì per un attimo stordita da quell'assenza di suoni tanto inverosimile. Si girò verso Thomas e cercando di non ridere si portò un dito alle labbra sussurrando uno shhh ridacchiato, mentre cominciava a camminare lungo il corridoio "Dobbiamo nasconderci da qualche parte secondo te?" gli domandò sorridendogli e cercando di mantenere bassa la voce. Visto che non stava guardando dove metteva i piedi inciampò e scoppiò a ridere "Scusa scusa, forse dovremmo correre" disse tra le risate mentre camminava più in fretta senza una meta precisa e non sapeva se i passi che stava sentendo fossero i loro o quelli di qualcuno che li stesse seguendo.


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    'Adesso sono tutta tua e tu sei tutto mio'

    Thomas possibilmente stava sognando. Anzi, ne era certo. Magari nel tentativo di andare a salvare Clem era caduto giù dal palco e aveva preso una bella botta in testa, svenendo sul colpo. Già immaginava i suoi compagni che lo stavano portando barcollando in infermeria cercando di non far casino lungo i corridoi mentre lui sorrideva come un cretino sognando una Clementine che si definiva completamente sua.
    Sbattendo le palpebre un paio di volte, prese un sorso dal bicchiere che aveva preso qualche istante prima, storcendo il naso nel sentire un fortissimo retrogusto di caramello in quello che doveva essere del rum scuro. In una frazione di secondo decise di godersi il più possibile quella sorta di mezza allucinazione piuttosto realistica,quindi con qualche passo più ampio si affrettò ad uscire dalla stanza caotica insieme alla mora che gli faceva strada.
    -EHI, IO NON SONO UN FIFONE.- urlò istintivamente, dimenticandosi che nel silenzio del corridoio vuoto non aveva per niente bisogno di quel tono tanto forte da svegliare i dipinti alle pareti. -...è che non ho voglia di finire in punizione.- aggiunse, completando la frase con un bisbiglio. Si ritrovò a ridacchiare a sua volta, non riuscendo a non farsi contagiare da quella risata bonaria che cercava di farsi strada sul volto di Clem e che la portava a ridacchiare così genuinamente da ricordargli tutte le volte che da bambino si inventava delle storie buffe solo per farla ridere di cuore.
    -Possiamo andare nella torre est- mormorò indicando il corridoio alle proprie spalle. Fece quasi per prendere un altro sorso dal proprio bicchiere, ma si fermò di colpo. -Ti piace il caramello?- chiese inclinando appena il capo e porgendole il proprio bicchiere.- Facciamo cambio, dammi il tuo bicchiere topol..- rimase con la parola incompiuta vista la caduta evitata della ragazza. Scosse il capo e lasciò che una risata gli riempisse il volto mentre la osservava dolcemente. -Come non detto – sussurrò stringendo appena le dita intrecciate e carezzandole il dorso della mano con il pollice. - Berrò tutto io. Per te basta alcool o dovrò di nuovo portarti in braccio.-


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    Edited by Sharaka - 2/4/2015, 02:00
     
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    Clementine non sapeva bene cosa stesse succedendo, sapeva solo che stava ridendo mentre si tirava dietro Thomas Sì, sei un fifone di prima categoria gli disse lasciando che le loro braccia si sfiorassero mentre si incamminavano in fretta verso la torre est. Piccoli brividi le percorrevano la schiena ogni volta che le loro pelli si sfioravano, però era piacevole quel contatto che si era venuto a creare tra di loro. Qualche volta andava contro di lui di proposito, tanto per sentire il calore del suo corpo contro il proprio; ridacchiò della sua stessa stupidità mentre cominciava a salire le scale Mi dispiace, ma nemmeno tu puoi bere biascicò inciampando al terzo gradino e aggrappandosi al suo braccio per non ritrovarsi con il sorriso da ebete che aveva sul volto stampato sul marmo.
    Si riprese in fretta e la sua risata, assieme a quella di qualche altro studente che doveva essere nelle sue stesse condizioni, risuonava per il lungo corridoio Ma alla torre est cosa c'è? domandò dopo qualche minuto in cui l'unico suono era quello dei loro passi; non era mai arrivata fino a quella parte del castello o forse sì, ma in quel momento la sua mente era avvolta da una nebbia quasi impossibile da dissolvere. Gattino sono stanca borbottò muovendo la testa a destra e a sinistra Non manca ancora tanto vero? aggiunse alzando le iridi verso quelle di Thomas e fermandosi un attimo per studiargli il volto.
    Sei proprio bello bello disse inconsciamente mentre portava una mano sulla mascella del ragazzo e la barbetta ti dona proprio aggiunse ridacchiando mentre la accarezzava distrattamente; la vera Clementine dopo un gesto simile sarebbe scappata, mentre quella ubriaca continuava imperterrita a carezzare quella porzione del viso di Thomas senza troppi problemi.


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    Thomas svuotò velocemente il bicchiere che aveva fra le mani con un unico sorso, storcendo il viso in un'espressione più che disgustava nel sentire quel dolcissimo sapore invadergli la bocca. Fortuna che fosse abbastanza brillo da distrarsi facilmente e che avesse a portata di mano Clementine, che reclamava ogni sua attenzione in maniera parecchio diversa dal solito. Nonostante non fosse pienamente lucido, il ragazzo non aveva alcun dubbio che la vista della mora in quello stato era un evento più unico che raro. Era più leggera del solito, si lasciava cullare e trasportare da ogni pensiero le sfiorasse la mente. Era anche instabile, cosa chiara visto come altalenava da un lato all'alto del corridoio, incerta non sono sul dove mettere i piedi ma possibilmente anche sul come si camminasse.
    Quando la ragazza gli si avvicinò nuovamente, Thomas ne approfittò per attirarsela più vicino.
    -Vieni qui, scricciolo.- mormorò con un sorriso sghembo avvolgendole i fianchi con un braccio - Nella torre est c'è...la camera da letto di un nobile cavaliere che si prenderà cura di te!-
    L'idea di averla più vicina a sè era ottima, se non fosse che la ragazza faceva oscillare anche lui, portandolo a ridere mentre tentava di non far cadere entrambi sugli ultimi gradini. Combattere contro una sbronza altrui era divertente, ma mai semplice, e Thomas non era davvero esperto su quel fronte, visto che molto spesso era lui quello ubriaco o parecchio brillo, ma per la sua Clem si sarebbe impegnato. Il braccio libero si tese verso il corrimano nell'istante in cui lo sbilanciò ancora una volta, stringendo la presa sui suoi fianchi e cercando di mantenere entrambi in piedi.
    - Prima il destro e poi il sinistro topolina, devi muovere solo un piede alla volta!-
    La prese in giro bonariamente, carezzandole un fianco con la mano poggiata sopra al suo vestito terribilmente aderente, mentre finalmente terminavano la rampa di scale ed arrivavano al piano dell'ingresso al suo dormitorio. Schiuse le labbra per rispondere alle sue piccole lamentele e rassicurarla sul fatto che erano quasi arrivati, ma fu interrotto dai gesti e le parole di Clementine che, per quanto gli piacessero, erano così insoliti da lasciarlo vagamente interdetto.
    - Tu sei più 'bella bella' - mormorò incurvando solo un angolo delle labbra in un sorriso, mentre poggiava anche l'altra mano sui fianchi della ragazza che ora era dinanzi a lui. - Mi coccoli perchè vuoi che faccia le fusa, topolina?-


    ·YOU AND I
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    WE CAN MAKE IT TILL THE END·

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    Clementine si lasciò aiutare da Thomas per fare l'ultimo tratto di strada per arrivare al suo dormitorio Io non conosco nessun cavaliere, conosco solo un gattino disse ridendo lasciando la possibilità al ragazzo di stringerle un braccio attorno ai fianchi; ora si sentiva sicuramente più stabile mentre metteva un piede davanti all'altro ed era sicura che non avrebbe più rischiato di cadere e di rompersi tutti i denti. Alzò il viso verso quello del ragazzo e gli sorrise, non sapeva come dovesse apparire il suo viso in quel momento, ma probabilmente doveva sembrare un'idiota.
    Si fermarono davanti alla porta del dormitorio dei corvonero e, Clementine, dopo essersi lasciata sfuggire quei complimenti rivolti al ragazzo sentì la parte lucida di sé - nascosta da qualche parte dentro di lei - inveire contro quella ubriaca persa che continuava ad accarezzare la barbetta di Thomas. Una piccola scossa percorse il fianco della ragazza, nel punto in cui lui appoggiò anche l'altra mano. Arrossì al suo complimento e abbassò lo sguardo ridacchiando Non dire stupidaggini gattino lo ammonì alzando un po' la voce e si coprì subito la bocca, non voleva di certo che li scoprissero Sì, voglio che fai le fusa aggiunse giocosamente infilando le mani tra i capelli del ragazzo mentre si alzava sulle punte per lasciargli un bacio sul naso. Sbatté un paio di volte le ciglia e poi si staccò da lui prendendo per mano Andiamo a letto voglio togliermi questo coso borbottò mentre con l'altra mano cercava di raggiungere la zip posteriore del suo abito fin troppo attillato sto soffocando si lamentò ancora spingendolo verso la statua del dormitorio Azzecca subito l'indovinello o giuro che non ti coccolo gli disse sporgendo il labbro inferiore.
    Ci vollero ben tre indovinelli per riuscire ad entrare nel dormitorio e tante imprecazioni da parte di Thomas e Clementine Come fate a fare questa cosa ogni volta ho mal di testa si lamentò la ragazza mentre Thomas faceva strada lungo il corridoio che li avrebbe condotti alla sua camera. Quando aprì la porta non vi era nessuno e quindi Clementine si buttò sul letto che suppose fosse quello di Thomas visto il comodino con un blocchetto che riconobbe come quello che utilizzava per fare gli schizzi dei suoi disegni.
    La ragazza si guardò attorno con fare curioso, non era mai entrata nella camera di un ragazzo nel castello e soprattutto nel dormitorio dei corvonero - e molto probabilmente non sarebbe più successo Che bello tutto questo blu commentò facendo penzolare i piedi avanti e indietro, prima di alzarsi di nuovo dal materasso come un pupazzetto caricato a molla per avvicinarsi a Thomas Mi aiuti con il vestito? disse ricordandosi improvvisamente di quella cosa che a momenti le toglieva il respiro, accidenti a lei e a quando aveva deciso di prendere in prestito quel pezzetto di stoffa.


    ·QUANT À MOI, MES BRAS SONT ROMPUS
    POUR AVOIR ÉTREINT DES NUÉES.·

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    - Con le giuste coccole, farò le fusa. -
    Un sorriso altamente malizioso incurvò le labbra del ragazzo che quasi si stava pentendo del proprio proposito di essere costantemente un bravo ragazzo con Clementine. Era già dura per lui non desiderare di baciare e stringere a sé quella ragazza ogni volta che gli parlava, ma l'averla parecchio più disinibita al suo fianco rendeva la sfida impossibile da vincere. Carezzandole il dorso della mano che stringeva con il pollice, Thomas tornò ad osservare il vestito che la ragazza aveva indosso con la lentezza che la sua figura richiedeva e che prima non gli era stata concessa. Non c'era da dubitare affatto che la ragazza si sentisse 'soffocare' dentro quel vestito, visto il modo in cui quel tessuto elastico le fasciava il corpo.
    Si sforzò di non commentare minimamente le ultime frasi della ragazza, e, fermando il suo tentativo di denudarsi sul pianerottolo della torre, la abbracciò da dietro, stringendola a se e bloccandole le mani, mentre attendeva che la statua lo interrogasse nel classico modo.

    L'ingresso della torre dei Corvonero era strutturato per far perdere tempo agli studenti.
    Inutile nascondersi dietro stupidaggini come il mettere costantemente alla prova le menti più brillanti, quegli indovinelli erano studiati semplicemente per tenere fuori dalla porta gli studenti che, come loro, erano brilli o ubriachi, facilitando così il compito a chi faceva la ronda.
    - Di notte sono sempre più complessi. -
    Thomas guidò Clementine lungo una scala a chiocciola che, dalla sala comune, portava ad un piccolo corridoio in cui erano state relegate le camere maschili, aprendo poi la seconda porta sulla sinistra con un gesto veloce.
    -Accomodati!-
    Le rivolse un sorriso facendola entrare prima di se ed osservandola mentre con decisione si dirigeva verso il proprio letto e ne prendeva possesso. Chiusa la porta dietro di sé, si tolse velocemente la giacca di dosso e la lasciò cadere sul baule chiuso ai piedi del proprio letto, prima di stiracchiare le braccia e voltarsi verso la ragazza che era con sé, che gli strappò un sorriso sincero con quel commento sul colore che anche a lui piaceva particolarmente.
    Sincerità immediatamente sostituita da un misto di divertimento e malizia per quella richiesta.
    - Clem..-
    Provò a replicare prima di trovarsi la ragazza davanti a sé di spalle, che scopriva la zip spostando i capelli di un lato. Scosse appena il capo, prima di sfiorarle delicatamente la schiena e far scorrere la lampo verso il basso, spogliandola velocemente dell'unico capo che aveva indosso.
    - Per me puoi anche dormire così, topolina. Dico sul serio! -


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